domenica 27 settembre 2009

Honeymoons di Goran Paskaljevic

Un aggettivo per definire questo film? Dolce. E se proprio mi dovessero chiedere due aggettivi, io direi dolce e amaro, anche se amaro viene dopo. Honeymoons racconta due storie separate, che mai s'icrociano ma molto si somigliano: giovani coppie che vivono tra la Serbia e l'Albania vorrebbero approdare in Occidente, dove dicono che si viva meglio, e che sembra tanto vicina sulle cartine ma in realtà è distante anni luce per colpa della burocrazia e di tutti gli impedimenti pratici che essa comporta. Ci si immerge così nell vita privata di questi ragazzi, nella loro quotidianità, fatta di credenze popolari, di vergogne, di grandi clan familiari, di tradizioni radicate e sradicabili, di feste ingombranti come matrimoni infiniti con tanta gente che suona balla beve e canta; di sguardi furtivi e invidiosi, di visi scontrosi, ma anche, e soprattutto, visi dolci, alla ricerca di qualcosa di dolce che nella loro amara quotidianità purtroppo non si può trovare. E mentre quel personaggio è innamorato di quell'altro, e quell'altro è il rivale di quell'altro ancora, mentre scorre la vita di tutti i giorni, in casa, all'interno di una coppia, di una famiglia, noi del pubblico possiamo apparentemente intravedere, in realtà comprendere appieno, la vita e le vicende che si animano fuori casa, all'aperto, sotto gli occhi di tutti e a portata di mano alla televisione. La guerra in Kosovo è il vero retroscena, i morti sul confine sono all'ordine del giorno, e ci sono due schieramenti rivali, o meglio, nemici agguerriti e violenti, ai limiti del terrorismo, che sostengono chi un esercito chi l'altro. E seguono le violente vicende di là fuori dal divano, o dalla televisione del bar sotto casa. E non solo dell'est si delinea uno sfondo socio-politico; verso la fine entriamo in scena noi, gli italiani che campano di corruzione alla dogana. Si crea così, con l'avanzare del film, un affresco in cui il primo piano lascia spazio al paesaggio sullo sfondo, senza ingombrarlo e anzi lasciando perfettamente intravedere ogni minimo dettaglio.

In ogni caso del film non ti resta questo, non ti resta la trama, e quest'analisi un po' così così; accogli un sapore di poeticità reso nostalgico da un'ondata di drammaticità pronta a invaderti ma forzatamente nascosta in un angolo.

E provi già a immaginare la tua luna di miele.
Magari così dolce.
Speriamo non così.

C. S.

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