Sono Aldo Raine e col baffetto che c’ho vi introduco in Francia durante l’occupazione nazista. Io odio i nazisti e faccio di tutto per ucciderne il più possibile. Ho il mio gruppetto di seguaci, insaziabile, spavaldo, prepotente e che non lascia scampo. Insomma, tutti brutti ceffi carichi d’adrenalina e vogliosi di sangue. Con loro voglio arrivare al pezzo grosso, all’ideatore di questa pazzia che è il nazismo. Voglio e vogliamo lo scalpo di zio Adolfo. Così tutti insieme chiediamo asilo alla pellicola di Tarantino, che ci mette in mezzo a scene di tutti i tipi: splatter, tachicardiche, inutili, sbruffone, maestose. I ritmi si accelerano solo quando ci siamo noi, manipolo spietato, per il resto si zoppica o si rallenta a guardarsi intorno, c’è addirittura una cottarella di un giovanotto dei loro, cottarella che non sa né di carne né di pesce. C’è un orfana che sputa fuoco di vendetta, una Cenerentola spia con tanto di dettaglio feticistico su tacco, punta e piede, c’è anche quel puttaniere di Goeebels con la sua merdosa saccenza, oltre ad un ubriaco che dovrebbe farsi più i cazzi suoi. Scusate i termini, ma siamo terribili, feroci, e senza altro per la testa.
Siamo bastardi e, nostro malgrado, senza gloria.
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